Se Buddha dovesse ricordarsi a memoria i numeri che, durante le sue numerose reincarnazioni, l’hanno colpito, tra questi figurerebbe indubbiamente il 6, il 9, il 98 e il diciassette - ovvero le coordinate geografiche di una delle sperdute e incontaminate isole della Thailandia del sud. No; non si tratta del classico e quasi banale paradiso terrestre, al contrario - si tratta di una terra paradisiaca.
Lei, portatrice sana del nome เกาะพระทอง, concede alle poche anime vagabonde e sensibili che, al posto di trovare preferiscono cercare, tutta la sua fragile maestosità , selvaggia forza, palpabile magia, serenità. Si fa desiderare; non è semplice da localizzare o raggiungere, non offre nessuna 'comodità', corrente elettrica, bancomat, strade, o acqua fresca in riva al mare delle Andamane.
In cambio, ha il primato nell’esser riuscita a concentrare nei suoi ottanta chilometri quadri fauna e flora insolite e un’apparenza unica che la distingue nettamente dal resto della superficie thailandese e asiatica: inspiegabilmente, qui l’estesa natura è quella della Savana tropicale, con infinite pianure verdi, fiumi dolciastri, cervi selvatici, qualche coccodrillo scappato dalle fattorie di allevamento, tronchi di maestosi alberi secolari sopravvissuti a ciò a cui l’esser umano non è stato immune: lo Tsunami.
Anni fa, l’isola ospitava qualche centinaio di persone, prevalentemente i Moken - una rara tribù di zingari del mare. La tribù attingeva alle ricchezze dell’isola soltanto per motivi di sopravvivenza. Paradossalmente, la stessa isola che la nutriva, l'ha esposta ad un disastro fatale che ha devastato completamente tutto ciò che ha trovato in mezzo al suo sfogo, ovvero l'isola stessa. Lo Tsunami del 2004. I danni sono stati immensi, persino peggiori delle altre località colpite, proprio per via delle pianure dell’isola. La Thailandia ha reagito prontamente e in pochissimo tempo ha costruito semplici ma funzionali alloggi per i pochi superstiti, decisi fermamente di non abbandonare l’isola. Ma così come questa misteriosa terra dei sorrisi, anche i suoi abitanti sono molto particolari: non accettano la coesistenza del cemento con la foresta pluviale, e su 40 case offerte dallo stato ed ammassate una sopra l'altra nella parte meno a rischio dell’isola, tuttora sola una delle strutture è occupata. I resto dei Moken sopravvissuti ha preferito disperdersi nella giungla e senza alcuna rassegnazione ha ricominciato a crearsi nuove capanne in mezzo al nulla, e questa volta un nulla del tutto devastato. A ragione - chi sceglie di vivere in uno dei posti più lontani dalla (in)civiltà, non accetterà mai di assistere allo sconvolgimento edilizio e culturale della sua propria terra.
Le priorità dei cento abitanti dell’isola non sono mai state corrotte dal turismo, dalla visione del guadagno facile e comodo, come è successo alle altre sorelle dell’isola, ormai molto frequentate per le loro acque cristalline: Koh Surin e Koh Similan. Le due isole della Thailandia più distanti dalla costa detengono anche il record mondiale della visibilità dell’acqua a occhio nudo, ben 30 metri. Tutto questo lo imparo da Uan, un fedele nativo dell'isola a cui non sfugge nessun rumore, animale, dettaglio, fiore o lieve cambiamento di umidità nell'aria. Ad occhi chiusi sa riconoscere foglie nutritive da quelle velenose o indicare la barriera corallina e il livello dell'alta marea - il suo udito, olfatto e tatto sono così sviluppati da riuscire persino ad identificare il ramo sul quale sta strisciando un serpente. Questa sua totale, impressionante e commovente simbiosi con tutto ciò che lo circonda mi fa vergognare di me stessa - io, ancora dopo 4 anni, non so nemmeno che faccia abbia la mia vicina di casa.
Dopo 40 minuti di motorino sullo sterrato attraverso la giungla, laddove ognuno si aspetta che finisca l’isola, il mondo, o almeno la benzina, regna fiera la minuscola capanna della famiglia di Uan, mimetizzata anche lei con la natura e costruita esclusivamente con le riserve della giungla. Dopo un’altra quarantina di minuti a piedi attraverso essa, a colpi di machete, paludi a sorpresa e imponenti mangrovie, i miei occhi che ormai si sono arresi al buio della foresta, vengono abbagliati dall’Assoluto - assoluto blu, assoluta esposizione, nitidezza, saturazione, assoluta luminosità, ma anche assoluto contrasto, punti di luce e ombre, assoluta temperatura.
Per un attimo, se potessi essere così ingrata da chiedere qualcosa in più, vorrei che la mia Nikon avesse come valore aggiuntivo la funzione 'scatto con odore e rumore', così che il rumore delle migliaia di tonnellate di acqua marina che mi sbatte il sale nelle narici potessero rimanere impressi sulla foto per sempre.
L’Assoluto offre in lontananza un timido contorno delle isole parenti, un accenno di Birmania e una ventina di sfumature di blu. Per scoprire le sfumature di verde, basta girarsi di 180 gradi e la visione cambia completamente: file chilometriche di palme di cocco costeggiano le deserte spiagge sabbiose e baie pittoresche con altarini buddisti, collegando gli unici due punti abitati dell’isola: il villaggio Thapayoi con una piccola scuola all’est e Thung Dap al sud.
In mezzo, orchidee selvatiche uniche in Thailandia, uccelli in estinzione, famiglie di buceri e i i nidi di tartarughe sono ancora autentici e a disposizione per i curiosi e rispettosi amanti della natura.
Al nord dell’Assoluto si espande una lunga e montagnosa isola Koh Ra, coperta di foresta tropicale, rendendo così il terreno poco ospitale agli umani ma proprio per questo motivo molto adatto a una larga scala di specie animalesche.
Al sud dell’isola, la sua sorella siamese di nome Koh Kho Khao gode di condizioni identiche, se non fosse che una punta dell’isola è già stata contaminata dal turismo proveniente da Khao Lak.
Sembra che il cerchio intorno all'isola del Buddha si stia stringendo e che fra non molto, l'isola dove centinaia di anni fa è stata seppellita un'antica e costosa immagine di Buddha, verrà calpestata dai turisti e non più dai viaggiatori. Che verrà visitata, ma non ammirata. Che verrà toccata, ma non coccolata. Che finirà sulle cartoline, ma non nelle anime. Che avrò ancora tanto da dare, ma sempre meno da ricevere.
Perciò, correte, andate a viverla ora, finchè siete in tempo - la trovate nella provincia di --- no, no, dovete cercarla :)